Fondamentalmente la svolta è dovuta alla decisione della BCE all’inizio del 2015 di ripetere nell’area dell’euro la politica di forte espansione monetaria già condotta con successo negli Stati Uniti E’ stata la forte svalutazione dell’euro rispetto al dollaro e alle altre valute internazionali, conseguente alla riduzione dei tassi di interesse, a spingere alla ripresa e poi a consolidarla progressivamente.
Guardando alla situazione italiana, l’aspetto incoraggiante è la vivacità della reazione delle imprese italiane rispetto a queste nuove circostanze. Dopo anni in cui il sistema manifatturiero sembrava contrarsi sempre di più, vi è stata una risposta che indica che nel Paese c’è ancora una forte riserva di imprenditorialità che presa per il verso giusto risponde. Anche nel Mezzogiorno si sono avvertiti nell’ultimo anno sintomi di ripresa che fanno ben sperare e di cui si trova conferma nei primi dati dell’indagine annuale della Fondazione LaMalfa-Mediobanca sui bilanci delle imprese del Sud.
Quanto all’aspetto negativo nel bilancio di fine legislatura, esso riguarda la finanza pubblica. In questi anni, i governi che si sono succeduti hanno più o meno tenuto sotto controllo il deficit di bilancio, ma nel corso degli ultimi cinque anni, vi è stato un ulteriore peggioramento del rapporto fra il debito pubblico complessivo e il reddito nazionale. Nel quinquennio è stata ripetutamente annunciata come imminente un’inversione di tendenza che non è mai iniziata.
Tenendo presente che anche su questo problema l’Italia è stata aiutata dalla politica della BCE i cui acquisti di titoli di Stato hanno consentito il rinnovo dei titoli in scadenza a condizioni non particolarmente onerose, l’eredità per la prossima legislatura, quando anche la politica della BCE diventerà meno espansiva, è un’eredità pesante e difficile.
Se questo è il bilancio di luci ed ombre della legislatura che si chiude, è semplice indicare gli o biettivi per la legislatura che nascerà dalle ormai imminenti elezioni…