di Giorgio La Malfa
Il Mattino, 2 giugno 2019
Cari amici,
mando un commento alla Relazione della Banca d’Italia di qualche giorno fa. A me è parsa una delle più belle relazioni della Banca d’Italia degli ultimi anni: sobria nell’esposizione, ma fermissima nei giudizi. La distanza rispetto alla politica del Governo è enorme. La relazione non contiene alcuna polemica esplicita, ma semplicemente illustra una visione alternativa rispetto a quella dei due partiti di Governo.
Preannuncia una tempesta che è destinata a scatenarsi sul Paese se le cose non cambiano. Naturalmente, le cose non possono cambiare se non emerge una posizione politica nuova che possa condizionare il dibattito e costringere le forze che hanno ancora oggi la maggioranza in Parlamento a fare i conti con la realtà.Alla fine della scorsa settimana Giuliano Ferrara ha scritto due articoli sul suo giornale sostenendo, alla luce delle cose che ho scritto in queste settimane su Keynes, che sarebbe venuto il momento di un Governo Salvini-La Malfa basato sul rifiuto dell’austerità.
Domani mattina uscirà la mia risposta sul Foglio, di cui non anticipo i contenuti, ma che cercherà di portare un pò più avanti il dibattito politico di questo momento.
Molto cordialmente
Giorgio la Malfa
Come ogni anno, ieri il Governatore della Banca d’Italia ha reso note le conclusioni generali della Relazione annuale dell’Istituto. Spesso in passato le considerazioni finali contenevano critiche esplicite ai governi, inviti a combattere con più determinazione i processi inflazionistici, richiami alla necessita di una più stretta corrispondenza tra andamenti dei costi del lavoro e di produttività, rilievi sui perduranti squilibri nei conti pubblici. […]