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L’Italia piega la testa e la UE non la punisce. Ma gli impegni per il futuro sono troppo gravosi

di Giorgio La Malfa,
Il Mattino, 4 luglio 2019

Cari amici,

la minaccia della procedura di infrazione ha portato a una resa senza condizioni del Governo. Se si leggono con attenzione le dichiarazioni di ieri di Moscovici si apprende che a) l’Italia ha introdotto misure per il 2019 che dovrebbero assicurare che anche in caso di crescita zero il deficit rimanga al 2 per cento (2,04); b) che per iscritto Conte e Tria si sono impegnati a che il bilancio 2020 stia entro I limiti convenuti con Bruxelles.

Questo secondo impegno, che di fatto vincola la stesura del bilancio 2020, segna la capitolazione del Governo Lega-5 Stelle. Addio sforamenti del deficit, e dunque addio flat tax e molto altro. Naturalmente nell’autunno il governo potrebbe di nuovo violare gli impegni, ma stavolta violerebbe impegni scritti del Governo presi poche settimane prima. Capisco che il signor Salvini sia furibondo perché ora si trova a sostenere un Governo che si è fatto imporre la linea dell’austerità.

Tutto questo mentre l’economia italiana è ferma ed avrebbe bisogno di un qualche stimolo per la ripresa: solo che il Governo sprecando I margini di flessibilità per finanziare le spese correnti, ora ha dovuto mettere per iscritto che per il futuro sarà umile e rispettoso. Si aggiunga per completare il panorama di una disfatta, che, come ha giustamente osservato Enrico Letta, la nuova Commissione sarà necessariamente più rigorista di una Commissione Timmermans e della Commissione Junker.

Molto cordialmente

Giorgio La Malfa

 

È certamente una buona notizia che la Commissione Europea nella sua riunione di ieri abbia deciso di non aprire una procedura di infrazione contro l’italia per la violazione delle regole e degli impegni in materia di finanza pubblica. 
Si può avere una misura del pericolo scampato guardando all’andamento del differenziale fra i tassi di interesse sui titoli Stato tedeschi ed italiani, cioè al cosiddetto spread. 

In borsa la rinuncia alla procedura ha immediatamente portato a una riduzione dello spread; se la decisione fosse stata invece quella di riaprire la procedura, in questo momento ci troveremmo a fare i conti con uno spread molto peggiorato. 

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