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‘Peccato originale

di Giorgio La Malfa
Quotidiano Nazionale, 16 gennaio 2019

Cari amici,

forse ci vorrà ancora  qualche anno prima che venga riconosciuto che il giudizio sull’errore commesso dall’Europa nel creare la moneta unica era corretto.  In fondo ieri Junker ha semplicemente confermato che il giudizio che fu dato nel 2010 sulla cecità della Commissione Europea era giusto. Ci sono voluti nove anni per giungere a questo riconoscimento ma alla fine…ci si è giunti.
Forse fra qualche anno si riconoscerà che l’unione bancaria e il trasferimento della vigilanza a Francoforte è un errore. ma nel frattempo vi saranno state molte conseguenze negative. Il problema è che con il procedere dell’integrazione sono state trasferite a Bruxelles o a Francoforte competenze la cui gestione richiede essenzialmente un giudizio politico, mentre gli organismi cui queste funzioni sono devolute sono organismi tecnici e quindi non possono che esercitare queste funzioni in modo burocratico sulla base di regole che, come tali, rischiano di trattare in modo uguale situazioni che sarebbero fra loro diverse. 
Insomma la costruzione europea si è rivelata un pasticcio. Ed eunuchi peccato perché il rischio è di dare luogo a una rinascita dei nazionalismi, che è esattamente il fenomeno che abbiamo sta o i nostri occhi.
Molto cordialmente 
 
Giorgio la Malfa
 

 

 
 
Per quanta retorica si possa fare sulla moneta unica a venti anni dalla sua introduzione, l’euro è e rimarrà una costruzione artificiale e precaria. Questo dipende da un vizio di origine al quale non vi è né oggi, né in prospettiva la possibilità di porre rimedio. 
 
Il problema è che la moneta unica non è stata adottata a seguito della nascita di uno stato federale o unitario europeo.
Non è il completamento di un processo di integrazione politica.
L’euro non è uno strumento della politica economica di uno stato europeo. È solo un accordo fra un certo numero di paesi di fissare rigidamente i tassi di cambio – il che comporta obblighi di seguire politiche restrittive che in linea di principio dovrebbero ridurre o eliminare i pericoli di contagio. Ecco perché l’eurozona cresce così poco e assai meno di altri paesi europei non euro, oltre che degli Stati Uniti e di molti paesi asiatici. 
 
La moneta unica sopravvive non perché essa garantisca buoni risultati  all’Europa, ma solo perché il costo finanziario di una rottura dell’euro è considerato talmente elevato da sconsigliare dall’affrontarlo. Le autorità europee lo sanno anche se ripetono il ritornello che bisogna completare l’euro. Sanno anche che non esiste una ipotesi di completamento dell’euro perché non esiste più, se mai è esistita, la prospettiva di una unificazione politica del continente. 
Non potendo affrontare il tema politico dell’unità europea si va avanti con progetti settoriali. Uno di questi è l’unione bancaria. Manca in essa il punto politico di fondo, cioè un meccanismo comune di solidarietà. 
Aumentano invece le regole specifiche. Il danno è molto evidente. 
 
Il caso più recente è la lettera che la vigilanza europea avrebbe inviato a tutte le 119 banche europee per chiedere di liquidare nel giro di sette anni tutti i crediti deteriorati. 
Il comparto bancario italiano che stava progressivamente riassorbendo i crediti deteriorati, è stato messo in gravi difficoltà in Borsa. 
La vigilanza bancaria è una materia delicatissima. Andrebbe gestita nella riservatezza più assoluta.
Ma se invece si danno informazioni su queste attività, debbono essere informazioni complete che non creino turbamenti al mercato. 

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