di Giorgio La Malfa
18 luglio 2019
Cari amici,
stamane Roberto Petrini ha scritto un articolo su Repubblica a proposito del Meridiano Keynes che illustra la ricchezza dei riferimenti letterari e culturali, spesso impliciti, della Teoria generale.
Questa ricchezza culturale, che ovviamente si perde di vista nelle versioni matematiche o diagrammatiche della Teoria generale, è una delle ragioni per le quali ritenevo giustificata l’inclusione dell’opera di Keynes in una collana, come I Meridiani, che ospita prevalentemente libri di letteratura. Insomma, c’è il Keynes economista; c’è il Keynes politico e c’è il Keynes letterato.
Nell’Introduzione al volume, ho riferito il giudizio con il quale il matematico Whitehead motivò il rifiuto a Keynes di una fellowship del King’s College nel 1908. Secondo Whitehead, il signor Keynes non aveva “sufficientemente colto” la differenza “fra lo stile proprio della letteratura e quello adatto all’investigazione logica e scientifica” e “il risultato è tale da creare delle perplessità in un rozzo logico che ha l’ansia di stabilire…le basi dell’argomentazione”. Era invece questa capacità di non restare confinato in un campo ristretto quello che faceva di Keynes uno di quei “rarest of birds” che sono i grandi economisti.
Mi permetto di inviarvi l’articolo di Petrini.
Molto cordialmente
Giorgio La Malfa