Arnott

“Ned e la balena” di Arnott, come nella grande letteratura americana

È in libreria Ned e la balena, sorprendente romanzo del giovane (1989) scrittore australiano Robbie Arnott, tradotto da Guido Calza e pubblicato da NN Editore.

Ned West è il nostro protagonista dentro una storia che, con diversi salti temporali, lo segue nel corso di tutta la sua vita. Il racconto, ambientato nel sud dell’isola di Tasmania, è però soprattutto concentrato sull’adolescenza di Ned – in particolare il tempo di un’estate – che vive con il padre e la sorella Maggie, mentre i fratelli Bill e Toby sono al fronte della Seconda Guerra Mondiale. Il padre è un agricoltore che lavora al frutteto di famiglia chiamato Limberlost, che è anche il titolo originale dell’opera, la sorella si occupa degli animali e Ned aiuta entrambi nelle fatiche giornaliere. Non è gente ricca, vivono del proprio raccolto, nell’attesa incerta del ritorno dei fratelli. Ned non parla molto ma ha un grande sogno, una barca tutta sua che gli consenta di arrivare alla foce del fiume dove il padre l’ha condotto da piccolo perché vi si narra la presenza di una balena impazzita. “Avrebbe potuto andare ovunque, seguire la corrente fresca fino al grande estuario a nord”. 

La natura è suggestiva, carnale, con paesaggi misteriosi e drammatici, ma soprattutto con la presenza di animali inquietanti e selvaggi che sono gli altri veri protagonisti di questo romanzo. Innanzitutto i conigli, di cui Ned va a caccia per scuoiarli e venderne le pelli, poi i cavalli tanto amati dalla sorella, dei quali invece diffida perché una volta uno “lo aveva furiosamente morso sull’avambraccio. Ogni inverno sentiva nella carne quelle mascelle – un fantasma che stringeva i denti sul duro del suo osso”. E, ancora, un quoll, un marsupiale tipico di quelle terre, simile a un grosso gatto o a una faina a caccia di polli, che Ned catturerà per sbaglio con una delle sue trappole. La balena, la barca e il quoll sono certamente i simboli più importanti di una vita diversa anelata dal ragazzo, lontana dalle pratiche quotidiane fatte di scuola e lavoro, fantastica e sfrenata, ma nello stesso tempo sono dei compagni per la sua solitudine. Ned, e sarà una costante della sua vita, ha grosse difficoltà a comunicare le passioni, gli affetti – esemplare la scena in cui dovrà informare le figlie della malattia della madre – e il carattere introverso del padre e della sorella certo non lo aiuta: è questa però una sua peculiarità che colpisce e commuove.

La scelta dell’autore di raccontare subito dell’età adulta del protagonista è intelligente e allo stesso tempo fondamentale nello svelare che si tratta sì di un romanzo di formazione, ma che tutto è già successo, dirigendo quindi l’attenzione del lettore non su ciò che accade ma su come accade, sul perché Ned compie le sue scelte e come il suo mondo interiore lotti combattuto tra sogni e doveri, alla ricerca del suo posto nel mondo e nella vita. Come il resto della famiglia West, non sa trasmettere l’affetto, ma nei dolori e nelle avversità le loro azioni convergono tutte e sempre dalla stessa parte.

Ned e la balena è un romanzo poderoso, emozionante, costruito alla perfezione e, senza timore di esagerare, discendente della grande letteratura americana, di Hemingway ma soprattutto di Steinbeck, nel modo in cui l’autore rappresenta la vita oscura e anonima dei personaggi. È una storia senza tempo, perché solitudine, dolore ma anche i sogni e, perché no, l’amore, sono universali,  appartengono a tutti. Ned e la balena parla a ciascuno di noi, è un libro toccante, speciale, e Robbie Arnott è un grande scrittore.


Filippo Bocci, laureato in Lettere, scrive di letteratura, cinema, teatro. Segue gli sviluppi e le tendenze della letteratura italiana e internazionale, recensendo, fra l’altro, le opere di nuovi talenti della poesia e della narrativa contemporanee. Numerosi suoi articoli sono pubblicati sul magazine on-line B-hop. Nel 2019 ha dato alle stampe «Padre Crippa un sacerdote militante. Un prete “sindacalista” al fianco delle colf», edito dalla Fondazione intitolata al religioso dehoniano.

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