Lettera da Parigi
di l’Abate Galiani
Il fasto solenne e composto della tradizionale parata militare sui Champs Elysées ed il fantasmagorico spettacolo dei fuochi d’artificio che concludono, in tutta la Francia, le celebrazioni della festa nazionale sembrano aver messo temporaneamente la sordina sul fragore dei roghi che devastano migliaia di ettari di territorio e sui clamori e le invettive provenienti dall’Assemblea Nazionale, incalzati dalla recrudescenza di scandali, veri o presunti, e dalla loro enfatizzata eco mediatica.
L’emiciclo della Camera bassa si è trasformato, nelle ultime settimane, nel vero palcoscenico della vita politica: sugli scontri in atto fra la maggioranza (relativa) e le opposizioni si concentra l’attenzione di analisti e commentatori, pervasa di incredulità sulle possibilità che si possa innescare una dinamica di concrete intese attorno a specifici provvedimenti di cui pure è evidente la rilevanza e l’urgenza.
L’insediamento del Borne II (più che la formazione di un gabinetto nuovo, un rimpasto limitato ad estendere a tutte le componenti della maggioranza una equa distribuzione di responsabilità) è passato in fondo in secondo piano: i riflettori si sono ancora una volta concentrati sulle sue prime prove del fuoco in Parlamento, dove la Prima Ministra si è presentata a più riprese: dapprima per la presentazione del programma del suo Governo, poi per la seduta solenne di risposte […]
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