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Corte Suprema, la candidata di Biden sotto il fuoco dei Repubblicani

Lettera da Washington
di Franklin

Nel mondo dei “checks and balances” la Corte Suprema ha un posto di prima fila, che non ha l’esatto equivalente in Europa.

Nella terna dei poteri descritta da Montesquieu, la Corte è il culmine del potere giudiziale. L’architettura della nazione americana, in cui confluiscono cinquanta Stati (e vari altri territori) incarna la tripartizione classica: i tre poteri sono ben identificati, i loro ruoli demarcati, e in più esiste la ripartizione dei ruoli tra Federazione e Stati. La coerenza di tutto ciò con il mandato costituzionale della nazione è l’obiettivo, e tutto si incrocia e converge nella Corte Suprema. Con un nome così la missione è evidente: in un paese federale, dove per progetto si accetta la differenza tra gli Stati, un paese creato da una generazione di illuministi, dove si è lasciata briglia sciolta alla umana passione di cambiare le cose che ci circondano, senza un arbitro finale severo ad affidabile vi sarebbe una eterna, confusa partita politica di rugby. La Corte è quell’arbitro, e come tale esige l’indipendenza dei magistrati che la compongono, nominati a vita, e l’indipendenza della Corte stessa nel suo […]

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