Lettera da Washington
di Franklin
Un adolescente, armato e blindato come un guerriero, entra in un supermercato e uccide dieci persone, compresa una guardia, per contrastare un supposto piano segreto della sinistra americana di sostituire la popolazione bianca con popolazione di colore, rovesciando l’attuale demografia. Nessuno sospettava delle farneticazioni di questo giovane di classe media; nemmeno il suo liceo, da dove da settimane si era assentato al punto di essere espulso, ma nessuno aveva avvisato i genitori. Disponeva di un vero arsenale, ma era perfettamente legale secondo le leggi dello Stato di New York. Una volta arrestato, portato davanti a un magistrato e accusato di omicidio, si è dichiarato innocente.
La Corte Suprema degli Stati Uniti è in subbuglio: è circolata sulla stampa la bozza della decisione di abrogare le precedenti decisioni che affermavano l’esistenza di un diritto costituzionale all’aborto; terreno minato, perché è anche la pietra di volta di una giurisprudenza costituzionale che consacra molti alti diritti personali cari a una maggioranza di americani. Lo scandalo infiamma la sinistra, che difende questi diritti come una conquista della nazione, e la destra, scandalizzata che qualcuno abbia […]
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