La sentenza della Corte Suprema americana che abolisce il diritto federale all’aborto e autorizza ogni singolo Stato a disciplinare la materia, è esplosa venerdì 24 giugno con la forza di una bomba. Sebbene già annunciata con una “soffiata” alla stampa ai primi di maggio, ha ora l’effetto di una deflagrazione che investe valori, cultura, stabilità politica e sociale, non solo in America.
La decisione della Corte cancella la storica sentenza Roe contro Wade e spazza via un diritto acquisito negli Usa quasi cinquanta anni fa ma mai veramente al sicuro, perché sempre contrastato dalla destra americana più reazionaria, evangelista, antiabortista e votata al culto delle armi. Il fatto grave è che esponenti di questa estrema e anacronistica schiera di oscurantisti sono oggi la maggioranza nella Corte Suprema, massima istituzione giudiziaria posta a garanzia dell’equilibrio fra i poteri e a difesa dei diritti. È, questa maggioranza, un lascito di Donald Trump che durante il suo mandato ha nominato tre giudici radicalmente conservatori, alterando un equilibrio di [..]
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