Lettera da Parigi
di l’Abate Galiani
Nel clima funestato dagli oscuri presagi provenienti dall’Est e dal Sud dell’Europa, cominciano a dissiparsi le prime incertezze che avevano pervaso la scena politica e si attenuano le profezie più catastrofiste sul vicolo cieco in cui il risultato inatteso delle legislative e la balcanizzazione (relativa) della rappresentanza parlamentare avevano costretto il funzionamento della democrazia francese.
L’Assemblea Nazionale – sottoposta in queste torride settimane estive ad una sessione di particolare intensità – rimane, è vero, sotto i riflettori mediatici, mentre tutti i commentatori ne scrutano ogni minimo sussulto e continuano impietosamente a stigmatizzare gli eccessi verbali e le esibizioni muscolari della multicolore opposizione mélenchoniana, cui fa eco la speculare vociferazione, più sistematica e più composta, della destra estrema.
Stretti nella morsa delle due ali, populista e sovranista, l’Esecutivo e la maggioranza relativa, tuttavia, sono riusciti a muovere alcuni, convincenti primi passi nell’attuazione del programma, raccogliendo, almeno per il momento, qualche crescente consenso sul paziente e tenace ricorso al metodo (qui sinora inesplorato) del dialogo e del compromesso. Soprattutto nell’opinione pubblica, si registra […]
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