Nell’introduzione allo scritto di Keynes Sullo stato dell’opinione – The State of Opinion, pubblicato di recente nella Collana della Biblioteca Enzo Grilli della Fondazione Ugo La Malfa, avevo scritto:
“Il saggio di Keynes induce a riflettere sulla relazione fra sistemi istituzionali e degenerazioni populiste della vita politica. Da questo punto di vista non tutti i sistemi costituzionali sono uguali. Sistemi di tipo presidenziale che prevedono l’investitura popolare diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio sono assai più permeabili al populismo.” (p. 11)
Avevo scritto queste parole pensando alla situazione pericolosissima in cui si trovano gli Stati Uniti, ma anche alla Francia e, naturalmente, all’Italia dove la proposta costituzionale della destra va esattamente in questa direzione. In realtà, mi ha sorpreso che nel dibattito italiano sulla riforma costituzionale l’attenzione si sia soprattutto rivolta agli aspetti di scarsa funzionalità del sistema proposto – il mancato potere sostanziale di scioglimento delle Camere da parte del presidente eletto, i poteri del Presidente della Repubblica – mentre finora nessuno ha sollevato il problema del rischio che il sistema presidenziale costituisca un incentivo all’ulteriore diffusione del populismo.
Ora, Giovanni Farese mi ha segnalato un importante articolo del Financial Times di giovedì scorso, nel quale a proposito del rafforzamento dell’estrema destra di Marine Le Pen, si legge che il rischio del populismo ”è più serio in Francia a causa dell’elezione diretta del Presidente che in sistemi parlamentari come i Paesi Bassi, la Svezia o anche la Germania.”
Farese ha anche mandato una lettera al Financial Times che di seguito riportiamo, in cui chiede al giornale come collocare la proposta di elezione diretta del presidente del Consiglio, avanzata dal governo Meloni “in questa tassonomia dei sistemi.”
L’articolo del Financial Times e l’attenzione rivolta dal giornale inglese alla lettera di Farese ci dicono che, evidentemente, non siamo i soli a cogliere un nesso fra i sistemi istituzionali e il rischio del populismo. Ragione di più per portare questo tema nel dibattito sulla riforma italiana.