Come amici da sempre di Israele anche nei suoi momenti più difficili, non possiamo non fare nostre le parole dette ieri dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden: “Israele sta cominciando a perdere il sostegno in tutto il mondo. Netanyahu non vuole i due Stati, deve cambiare governo”.
Sapevamo che il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre non poteva non comportare una risposta militare molto dura da parte di Israele, ma a noi era chiaro che l’attacco e le sue modalità erano stati accuratamente predisposti per spingere Israele a una reazione che avrebbe in qualche modo nascosto l’atrocità dei crimini di Hamas e avrebbe messo Israele sul banco degli accusati. Per questo speravamo e auspicavamo che Israele non cadesse in questo trabocchetto e desse prova non di debolezza ma di lungimiranza politica, graduando la reazione ed evitando di finire per essere accusata degli stessi crimini contro l’umanità perpetrati da Hamas.
Oggi dobbiamo prendere atto, molto a malincuore, che non Israele ma il suo governo non sembra percepire il rischio di isolamento del quale parla Biden ed anzi sembra desiderare un isolamento che lo libererebbe dalla necessità di accettare la realtà dell’esistenza di un problema palestinese, che deve essere risolto attraverso il riconoscimento dell’esistenza di uno Stato palestinese. I governi israeliani in questi anni hanno perseguito una politica di insediamenti in Cisgiordania che rende sempre più difficile la soluzione dei due Stati. Da piccoli insediamenti di poche migliaia di coloni, oggi si parla di 500.000 israeliani che vivono in Cisgiordania e premono per scacciare i palestinesi da quelle zone.
Noi abbiamo sempre sostenuto che Israele deve essere in condizioni di difendere il suo piccolo territorio, ma non siamo d’accordo con l’illusione di costruire un grande Israele sui territori che dovrebbero costituire lo Stato palestinese. Il governo israeliano dice di dovere sradicare il terrorismo. Noi non possiamo dimenticare che questo stesso governo ha lasciato sguarnito il confine con Gaza per presidiare le zone della Cisgiordania nelle quali si sono insediate le colonie dei fondamentalisti ebraici. E oggi il governo che ha la responsabilità di non avere previsto, valutato e fronteggiato il terrorismo di Hamas dovrebbe essere giudicato capace di risolvere con la forza la minaccia di Hamas? Abbiamo il dubbio che il prolungarsi dell’azione militare venga considerato come un modo per allontanare il momento in cui Netanyahu dovrà prendere atto che il suo tempo è finito.
Israele dovrebbe ascoltare, finché è in tempo, il monito di Biden. Prima che sia troppo tardi.