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Polito: “La morte non è la fine, qualcosa di noi resterà”

È stato presentato di recente al Museo Etrusco di Valle Giulia a Roma l’ultimo libro di Antonio Polito Qualcosa di noi resterà. Come sopravvivere alla morte (Mondadori). Relatori Giuliano Ferrara e Pierluigi Battista, moderatrice Gaia Tortora.

Si tratta di un saggio controcorrente in quanto tratta di un tema che nella nostra società scristianizzata è diventato un tabù, ossia la morte.

Antonio Polito riflette sulla necessità umana di non scomparire: qualcosa di noi resterà oltre la polvere … È insomma un manuale laico per esistere dopo la morte.

Polito fa, con la maestria del giornalista di razza, questa specie di inchiesta sull’eternità, impostandola come un copione teatrale in quattro scene: l’attimo, l’addio, il dopo, la speranza.

Dopo la presentazione gli abbiamo rivolto alcune domande.

Ha avuto coraggio a scrivere un saggio sulla morte, tema che è rimasto l’ultimo tabù.

« Ho provato a sfidare questo tabù che nella nostra epoca ci impedisce di parlare della morte, almeno nel discorso pubblico. La cosa strana è che nei secoli precedenti era pubblicamente esposta. Oggi facciamo il contrario ».

Lei  sostiene non di avere paura ma orrore della morte, ritenuta la più insostenibile dei mali. Ha cercato, scrivendone, di esorcizzarla?

« Sicuramente sì. Io penso che il modo migliore di vivere e quindi di prepararsi alla morte sia questo. Per essere davvero felici, dice un proverbio popolare del Bhutan, bisogna contemplare la morte cinque volte al giorno. E, per Sigmund Freud, “se vuoi sopportare la vita, impara ad accettare la morte” ».

E quando ha avuto l’idea o il bisogno di farlo?

« L’idea mi è venuta vedendo il film di Clint Estwood HereAfter, la congiura del silenzio, in cui una giornalista viene messa ai margine perché vuole scrivere un libro sull’Aldilà. Anche io ho deciso di scrivere sulla morte, ma io non rinuncio al giornalismo ».

Cos’è che teme di più della morte: l’angoscia della fine o la vertigine del niente?

“Più che la paura della morte, mi fa orrore il vuoto, l’idea che io possa sparire nel nulla”

Le è servito, per capirne di più, avere intervistato molti intellettuali, scrittori, filosofi e persino un cardinale come Camillo Ruini?

« Sì, in realtà questo libro nasce per una serie di interviste con persone che hanno trattato il problema della morte e soprattutto persone che in coma ricordano perfettamente cosa hanno visto dall’altra parte ».

Alla fine lei sostiene che la morte esiste e che vuole sconfiggerla, In che modo?

« In realtà io contesto una frase di Epicuro che dice “La morte non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c’è, quando c’è lei non ci siamo noi”. Al contrario, io penso che la morte non solo esista, e come, ma anzi nasca con noi e resti con noi per tutta la vita. La morte esiste sempre, perché solo gli uomini sono in grado di concepire l’infinito, e dunque non possiamo sopportare l’idea di scomparire nel nulla ».

Dopo aver terminato questo saggio che si legge come un illuminante romanzo, lei si sente di accettare con animo più sereno la sua morte?

« Questo non lo so. Forse tutto il lavoro che ho fatto, che mi ha costretto a leggere molto, mi ha reso più consapevole di quello che potrebbe accadere e come ».

Antonio Polito con la giornalista Carlotta Tagliarini

Carlotta Tagliarini è nata e vive a Roma. Giornalista e corrispondente della ZDF, la televisione di Stato tedesca, ha collaborato e collabora con molte testate italiane e tedesche. Per la TV tedesca ha intervistato i più famosi giornalisti, politici, artisti, scrittori italiani. Ha, fra l’altro, filmato l’attentato al Papa, consegnato a tutte le televisioni mondiali, ed è l’autrice della prima intervista esclusiva a Bettino Craxi dopo la fuga in Tunisia. Le età dell’oro (Mondadori) è il suo primo libro.

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