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In ricordo dell’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri

Riceviamo commossi la notizia della scomparsa dell’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri. Ai suoi cari vanno le nostre sentite condoglianze.  

Se ne è andato vinto da grave malattia e a noi, immediate, tornano in mente queste sue parole:

Quasi cinquant’anni fa, dopo un lungo volo notturno, sbarcavo in una livida e piovosa alba africana all’aeroporto di Addis Abeba, poco più che una accidentata pista di atterraggio sull’altopiano abissino ed alcune, sparse baracche in lamiera.

Sull’imponente Fiat 130 di rappresentanza imbandierata (l’Ambasciatore mi aveva riservato l’inusuale privilegio di venirmi ad accogliere di persona), il fedelissimo autista Zawdié che ostentava la corporatura di una guardia del corpo ma era munito dell’arguzia propria ad un informatore confidenziale, chiese di poter tenere la radio accesa […] Fu questo l’incipit della mia prima esperienza di giovane diplomatico all’estero, che doveva rivelarsi come una straordinaria ed appassionante avventura […]”.

Una straordinaria ed appassionante avventura, è così che – immaginiamo per quanto lo abbiamo conosciuto – all’Ambasciatore Caracciolo piaceva pensare non solo alla sua professione, ma alla sua vita. Il brano riportato si trova all’inizio della Premessa da lui posta al volume Lettere da Parigi. Francia e Italia nel nuovo millennio, che la Fondazione Ugo La Malfa ha pubblicato come primo numero della collana Scritti. In quel libro sono raccolte le Lettere che l’Ambasciatore aveva firmato con il nom de plume l’Abate Galiani  per il nostro Commento Politico, dal marzo 2021 all’ottobre 2022. Caracciolo aveva accolto fin dall’inizio con grande entusiasmo l’idea di intraprendere con noi un’iniziativa editoriale. Prima gli articoli sul blog, dove con dovizia di cronaca e profondità di analisi politica e geopolitica aveva seguito la campagna elettorale vincente di Macron per il secondo mandato presidenziale. Poi il libro, al quale aveva riservato una cura assoluta, pubblicato con il contributo dell’InCe del presidente Antonione. Considerava questo volume – ci aveva confessato – un premio per sé e per la sua ancora intatta passione per l’arte diplomatica esercitata, anche, attraverso la scrittura.

Nelle sue Lettere riferiva della vita politica, amministrativa e culturale della Francia con un occhio sempre rivolto agli scenari globali della storia e dell’attualità mondiale: erano le cronache di un osservatore che aveva percorso una lunga e molto stimata carriera di diplomatico, dapprima come addetto al Gabinetto di Aldo Moro e successivamente presso le ambasciate di Addis Abeba e Washington. A Roma aveva collaborato in qualità di Consigliere diplomatico aggiunto con il Presidente Francesco Cossiga. Al Ministero degli Esteri aveva ricoperto gli incarichi di Vice Direttore Generale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali, poi di Direttore Generale dei Paesi dell’Europa. Era stato Ambasciatore d’Italia a Belgrado e presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra e Parigi. Terminato il servizio attivo, nel 2013 gli era stata affidata la guida, per i successivi sei anni ed in qualità di Segretario Generale, dell’InCe, la più antica organizzazione di cooperazione regionale intereuropea operante nei Balcani e in Europa centrale. 

Avrebbe voluto partecipare alla presentazione di Lettere da Parigi programmata a Roma per il prossimo gennaio e nelle lunghe, interessanti e sempre affettuose conversazioni telefoniche riversava sull’auspicato successo di questo evento l’aspettativa di una giusta ricompensa per il suo lavoro.

La Fondazione Ugo La Malfa, riconoscente per il dono della sua cultura e onorata per la sua amicizia, presenterà il libro dell’Ambasciatore Caracciolo di Vietri a Roma, l’11 gennaio 2024 alle ore 18 presso la Fondazione Primoli.

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