Lettera da Parigi
l’Abate Galiani
Lettera da Parigi
In aperto contrasto con l’articolato approccio in materia elettorale, seguito dai media in tutto lo scorso anno con una metodologia ragionata, una tempistica ben scandita e con chiarezza davvero cartesiana, la vigilia della fatidica scadenza di domenica prossima appare caratterizzata da un caotico affollamento sui teleschermi dei profili e degli appelli ufficiali dei dodici candidati. Frammisti a spesso stucchevoli “medaglioni” pubblicitari, compaiono i sondaggi dell’ultim’ora e gli interventi in extremis dei protagonisti come dei comprimari, regolati dall’implacabile criterio della “par condicio”, per di più spesso relegati alla rinfusa in improbabili fasce orarie residuali di palinsesti totalmente dominati dalla guerra in Ucraina: quasi che la scelta del futuro inquilino dell’Eliseo fosse un passaggio di routine, in qualche modo “banale”, e non dovesse invece segnare in profondità il destino della Francia e, con essa, dell’Europa.
Si ha talvolta l’impressione che anche gli opinionisti più rodati ed esperti tendano quasi a fugare – schermendosi, con sbandierata ed artificiosa “imparzialità”, dietro l’urgenza della crisi internazionale – l’ansia e il disorientamento che in extremis […]
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